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Sulla guerra in Ucraina
I fatti di Ucraina rimettono in campo, di nuovo in Europa a ottant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale, modi di violazione dei princìpi di civiltà giuridica posti a presidio delle relazioni internazionali che si ritenevano consegnati a una fase storica trascorsa e che i popoli europei e le loro rappresentanze politiche si riteneva avessero imparato a non più praticare e ad avversare per sempre.
Il riconoscimento delle “Repubbliche indipendenti” del Donbass, la dichiarazione dell’obiettivo di doverne difendere le popolazioni dal loro legittimo governo, la “conseguenziale necessità” dell’intervento militare: ecco i pretesti – che non appaiono di tipo nuovo agli occhi di chi guardi indietro, alle tragedie del Novecento – per esercitare la violenza bellica, violando l’integrità territoriale di uno Stato sovrano.
La straordinaria potenza delle armi sta già infliggendo alle popolazioni di quei luoghi enormi sofferenze, morti e distruzioni materiali.
L’Europa, in primo luogo, e in essa l’Italia, e tutte le democrazie occidentali sono attese a scelte difficili, a una coesa e ferma reazione, che, svolgendosi sul piano della riaffermazione delle ragioni del diritto attraverso la messa in opera con la massima efficacia del proprio apparato sanzionatorio, scongiuri l’ingaggio militare diretto.
L’Associazione Italiana dei Costituzionalisti, nel richiamo al ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, che l’articolo 11 della Costituzione pone tra le chiavi di volta dell’ordinamento, unisce la sua voce a quanti – leader politici e spirituali, organizzazioni internazionali, singoli Stati, soggetti della società civile – fanno richiesta di immediata cessazione delle operazioni di guerra e di ritorno nelle sedi del confronto politico e diplomatico.
27 febbraio 2022
Il Consiglio direttivo
About the War in Ukraine
Eighty years after the aftermath of World War Two, recent events in Ukraine saw Europe again witness the violations of core values of contemporary legal civilization. Reference is to principles governing international relations, Europeans imagined as belonging to a far-reaching past, not practiced anymore but, rather, to firmly oppose.
The recognition of the Donbas "Independent Republics", the declared existence of a duty to protect their populations from their legitimate government, the "consequential urge" to undertake military intervention: these are the pretexts - not new for those who look back to the tragedies of the Twentieth Century - for exercising violence and breaching the territorial integrity of a sovereign State.
The extraordinary power of weapons is already inflicting enormous suffering, death, and material destruction to the Ukrainian population.
Europe, in the first place, Italy, and all Western democracies are now expected to make difficult choices, to lead cohesive and firm reactions, to reaffirm the law through the implementation of systems of sanctions over military engagement.
The Italian Association of Constitutionalists, relying on Article 11 of the Italian Constitution, which repudiates war as a tool of offense to the freedom of other peoples and as a mechanism of international disputes resolution, joins its voice with all - political and spiritual leaders, international organizations, States, and the civil society at large - who are calling for an immediate cessation of war operations and a return to the political and diplomatic dialogue.
February 27th, 2022
The Council of the Association