Ci ha lasciati prematuramente il professor Jörg Luther. La comunità dei costituzionalisti esprime il suo profondo cordoglio e ne ricorda le straordinarie doti di giurista, il fervore dialettico, l’impegno e la passione con cui affrontava ogni argomento di riflessione, anche a costo di essere orgogliosamente e irriducibilmente controcorrente. A ciò si accompagnava una non comune gentilezza e generosità nel rapporto con gli altri: con i colleghi, con i più giovani studiosi e soprattutto con gli studenti, alle cui esigenze ha sempre mostrato un’attenzione fuori del comune.
Jörg Luther lascia un ricordo affettuoso e indelebile in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo.
Pubblichiamo di seguito il testo di un ricordo del prof. Luther redatto dal Collega, prof. Renato Balduzzi.
Ho sempre pensato all’amico e collega prof. Jörg Luther, costituzionalista dell’Università del Piemonte Orientale, sottratto martedì scorso alla sua bella famiglia e alla comunità scientifica da una malattia implacabile a soli sessant’anni di età, come anzitutto a un ricercatore. La passione per la ricerca (quella giuridica, certamente, ma Jörg spaziava culturalmente anche su altre scienze) gliela si leggeva nello sguardo, nelle movenze, nell’uso ricercato delle parole, quale che fosse la lingua impiegata. Del ricercatore aveva anzitutto il rigore metodologico, frutto di una grande tradizione della quale si era imbevuto nella sua Marburgo e a contatto con Peter Häberle e la sua scuola, e che aveva irrobustito grazie all’incontro con Gustavo Zagrebelsky. Tollerante con tutti, diventava rigido ed esigente, soprattutto nei confronti dei più giovani, quando percepiva un difetto di metodo e di rigore scientifico. Del ricercatore aveva poi la capacità di stupirsi e di stupire: ricerca è anzitutto gusto per l’alterità, ed egli la incarnava in pieno. La sua capacità di spiazzare l’interlocutore, suggerendogli un punto di vista nuovo e non scontato, rendeva ogni colloquio con lui un’avventura in territori non esplorati. Questa sua attitudine egli la riversava nei rapporti di amicizia, e anche in momenti ufficiali, alcuni dei quali divenuti memorabili. Nel 2008, al termine del convegno nazionale dei costituzionalisti italiani che eravamo riusciti a organizzare ad Alessandria, gli chiesi di dire qualche parola conclusiva, ed egli ci salutò pregandoci, una volta tornati alle nostre case, di dare una carezza ai nostri figli: i colleghi e le colleghe presenti ricordano bene l’impressione e la gioia che diede a noi tutti l’evocazione, fatta da un tormentato protestante di origine tedesca, di uno dei più celebri discorsi di Papa Giovanni. Le sue qualità di ricercatore versato nelle scienze umane e non soltanto in quelle giuridiche il prof. Luther le ha potute dimostrare a pieno nel Dottorato di ricerca alessandrino sulle autonomie locali: dopo essere stato un prezioso coordinatore vicario, egli accettò di succedermi nel ruolo di coordinatore e, quando il dottorato giuridico si unificò con i colleghi linguisti e storici, poté cimentarsi in iniziative interdisciplinari di rilevante impegno scientifico. In queste ultime emergeva la sua tempra di europeo, integralmente italiano e integralmente tedesco proprio perché pienamente europeo. Un ricercatore vero lo è sempre, anche nei momenti difficili, anche sino all’ultimo. Così, nelle ultime settimane i nostri colloqui avevano per oggetto la prossima Settimana di studi sulle autonomie locali, in programma a maggio 2020 sul tema della democrazia locale, e ancora pochi giorni fa Jörg mi aveva segnalato per la rivista “Corti Supreme e Salute” la recentissima decisione della Corte costituzionale tedesca sul fine vita. Avrebbe voluto commentarla lui, gli spettava di diritto e di fatto. Altri ormai la commenteranno, ma lo faranno nel ricordo esplicito del professor Jörg Luther, giurista europeo.
Renato Balduzzi